Carmen Dell’Orefice in “La Donna che visse due volte”: retrospettiva di un araba fenice.

 

“Una stella senza età, come un mito che non vuole spegnersi” è la descrizione dell’ Araba fenice, un uccello mitologico noto per il fatto di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte. Un mito che oggi ha le fattezze di una donna in carne ed ossa, una stella sempre capace di rinascere: Carmen Dell’Orefice.

Italo-ungherese, classe 1931. Un’infanzia difficile la sua, a causa dei problemi dei genitori, viene affidata in case famiglia fino al 1942, quando si trasferisce a New York con la madre.

“Ricordo la fame. Ricordo il freddo e l’umido. Fu così che mi presi le febbri reumatiche”- rivela Carmen, e quelle febbri furono la causa di una delle grandi delusioni della sua vita –“ Facevo balletto. Era la mia grande gioia. Avevo una borsa di studio al Ballet Russe. Ma dopo un anno a letto con la febbre ero diventata lunga lunga, magra e fragile. Quando tornai a lezione e tentai un plié, quasi caddi. Non avevo più forza nelle gambe. La carriera di ballerina era già finita. E quel giorno mi sembrò di morire”. Stesso destino anche per il nuoto agonistico. La mancanza di cibo, la malattia, avevano reso il corpo di Carmen magro e fragile, se pur scolpito dalla danza e dal nuoto.

Un giorno Carmen venne notata dalla moglie di Herman Landschoff, fotografo di Harper’s Bazaar, per il suo corpo così delicato e gli occhi profondi… ed il mito ebbe inizio.

15 anni, nel ’47, apparì sulla copertina di Vogue (prima teenager della storia apparsa su quella cover).

Nonostante questo era ancora povera e non aveva il telefono, così Vogue mandava un fattorino per informarla sui lavori da modella; utilizzava i pattini come mezzo di trasporto per risparmiare e cuciva abiti con la madre. Ma dopo Vogue, una serie infinita di noti fotografi vollero Carmen, quell’elegante e aggraziato cigno, per ritrarla, fra cui Horst P. Horst, Cecil Beaton, Irving Penn, Francesco Scavullo, Norman Parkinson, Gleb Derujinsky, Richard Avedon. Quest’ultimo, la immortalò 58 volte per una edizione parigina di Harper’s Bazaar.

Per molto tempo Carmen dell’Orefice fu la fotomodella più pagata, il celebre volto della campagna Chanel N°5 ed anche musa di Salvador Dalì.

Ha avuto ai suoi piedi numerosi uomini ricchi e potenti e ciò nonostante la sua vita privata e sentimentale fu comunque molto travagliata. Dopo due matrimoni finiti ed essere diventata madre di una bambina, Carmen sposò Richard Kaplan, erede di una fortuna. Dieci anni dopo il matrimonio finiva.

Per la Dell’Orefice over 40 non fu facile ricominciare a lavorare come modella finchè Norman Parkinson decise di rilanciarla: “Non sei mica male per una donna della tua età”- le disse scherzando. Poche settimane dopo ricompariva su Vogue, Harper’s Bazaar, Town and Country,…

Quando già aveva oltrepassato i 60 anniHelmut Newton la volle fra le sue modelle; lui definì Carmen “ un distillato di sex-appeal ”. Nel 2000 sfila per John Galliano, nel 2004 per Hermes, nel 2005 Marc Valvo disegnò esclusivamente per lei uno dei suoi famosi vestiti da sera, una nuvola di voile rosso. Nel 2011 indossa una sofisticata creazione di Alberta Ferretti e sfila al Pitti da splendida ottantenne piena di fascino e senza nulla da invidiare alle nuove supermodels : “Sì, certo, sono anziana.”- dichiara Carmen-“ La sera sono stanca, mi fanno male le giunture e ho voglia di un lungo bagno caldo. Ma sono una professionista. Sono sempre puntuale sul lavoro e informata. E non sono un attaccapanni, voglio sapere cosa vuole lo stilista, voglio conoscere i suoi capi, renderli vivi”.

Lo stesso anno la University of the Arts London, “a riconoscimento del contributo all’industria della moda” l’ha insignita di una laurea onoraria e le ha dedicato una retrospettiva curata dall’illustratore David Downton, con le sue cover, alcuni dei suoi shooting d’archivio e fotografie tratte dal suo album personale.

Il Guinness dei primati le ha dedicato un capitolo e la cosa non ci sorprende affatto. Carmen, un metro e settantotto di altezza, taglia 38, sguardo ammaliatore, zigomi alti, naso sottile, capelli argento platinato, gambe lunghe e fascino aristocratico, è una leggenda vivente oltre che icona di stile ed eleganza altera e sofisticata. Lei, unica super-modella della sua età ancora in attività, ci ricorda che la parola charme si può tradurre in molti modi diversi e non sono solo quelli usuali e più comuni.

Carmen Dell’Orefice è la dimostrazione che il mito non nasce dai soli successi e senza imperfezioni, tutt’altro. Lei, diamante grezzo eroso dal tempo, dalle vicessitudini della vita, dai dolori e dalle separazioni, torna ogni volta di più a splendere, destinata a rimanere una autentica stella nel firmamento. Non solo per le sue grazie ma anche per la sua straordinaria intelligenza e la sua verve ironica ancora intatta. La sua lungimiranza le ha permesso di fare pace con i suoi trascorsi difficili e trovare un nuovo equilibrio, una nuova vita. Nonostante i numerosi aborti, i problemi emotivi con la figlia, il tracollo finanziario di cui è stata vittima per ben due volte, dilapidando l’intero patrimonio personale (a causa di azzardate operazioni in borsa prima e poi per una truffa orchestrata dall’amico Bernard Madoff), Carmen rimane una donna ottimista, volitiva, semplice e solare. “Negli ultimi anni sia un partner che ho amato profondamente che mia madre sono morti, e poi piano piano molti amici stretti. Ne ho tratto la mia filosofia”- dice la Dell’Orefice- “Mi sono impegnata a cercare di aiutare le persone a morire di una buona morte. Bisogna amare per mantenersi vivi e fare molto sesso per restare giovani, ma non puoi goderti la vita se non ti prepari alla fine delle cose. Io non credo al business da sepoltura e nell’annientare se stessi nel dolore e nel rimpianto. Io credo alla celebrazione della vita, e scelgo di mostrare alle persone, mentre sono in vita, quanto le amo e quanto mi preoccupo per loro. Sono anche un donatore di organi. Se la mia pelle i miei occhi sono intatti sarà ottimo usarli e che si butti tranquillamente il resto nella spazzatura. Spero nessuno si sorprenda: voglio morire con i miei tacchi alti”.

Inossidabile, Carmen, ha preso parte recentemente ad un documentario realizzato dal fotografo e regista Timothy Greenfield-Sanders per HBO, “About face: the supermodels, then and now”, il film è un viaggio nel concetto di bellezza e di vecchiaia ed è stato presentato al Sundance Festival. Greenfield-Sanders ha riunito alcune modelle leggendarie del XX secolo, invitandole a riflettere sulla loro vita, la carriera e le complesse relazioni con il loro aspetto fisico e il business della bellezza. Dalle ossessioni per la perfezione fisica della nostra cultura all’abuso di sostanze, dai concetti di autostima e di razza, al rapporto con la chirurgia plastica, il film esplora la bellezza come una merce, ma lascia uno spiraglio di luce con la reinvenzione della persona che può venire con l’invecchiamento. Le donne intervistate da Greenfield hanno definito e ridefinito bellezza per un quarantennio (1940 1980), volti diventati celebri in tutto il mondo come Carol Alt, Marisa Berenson, Karen Bjornson, Christie Brinkley, Pat Cleveland, Jerry Hall, Bethann Hardison, Beverly Johnson, China Machado, Paulina Porizkova, Isabella Rossellini, Lisa Taylor.

Carmen Dell’Orefice, in particolare, non ha mai fatto mistero di alcuni suoi ritocchi di chirurgia plastica, mai eccessivi come quelli di alcune barbie-tutta-plastica del jet set. Lei stessa, in occasione delle riprese del documentario, parla così della chirurgia plastica: “Beh, se tu avessi il soffitto che cade in salotto, non faresti una riparazione?”.

“Post fata resurgo” -dopo la morte torno ad alzarmi- è il motto dell’araba fenice ma potrebbe essere anche quello di Carmen, la quale dichiara di non avere ricette segrete…

La vera bellezza sta sotto la pelle.

Valentina Forzese

Se volete vedere altre foto cliccate qui Facebook Carme Dell’Orefice

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