Mark Oaten hai vinto!

Mark Oaten promette obiettivi inimmaginabili il FURMARK

Mark Oaten, CEO dell’IFF (The International Fur Federation), Ex Membro del parlamento del Regno Unito con il quale non sono mai andata tanto d’accordo.

Penso che la cosa sia risaputa.

Il mio blog non fa parte della IFF e non beneficia di alcuna sponsorizzazione.

Sono indipendente.

Per sei anni ha regnato il silenzio tra me e Mark Oaten

si, esattamente da quando ho aperto WeLoveFur

Fino a quanto Mark Oaten ha inventato il FURMARK.

Credo nel FURMARK

FURMARK é il futuro della pellicceria

Il FURMARK ha fatto si che Mark ed io ci incontrassimo per questa intervista

Marl Oaten l’intervista

S: Il mondo della pellicceria sta subendo un’evoluzione molto positiva. Grazie al progetto FURMARK le pellicce saranno riconosciute quasi da ogni stato del mondo come ecosostenibili. Esistono degli Stati che possono non avere convenienza a recepire questa certificazione?

M: Spero che il Furmark dia ai marchi la sicurezza di poter lavorare con la pelliccia e che li faciliti nell’utilizzo dei diversi tipi di pellicce sapendo che hanno tutte lo stesso standard. Questo sarà un programma globale, ma non tutti i paesi o stati saranno coinvolti fino a quando non avranno la certezza di aver raggiunto e attenersi agli standard che richiediamo.

S: Propio a Londra dove c’è la sede dell’IFF, la maggior parte dei brand sono Anti Fur. Come mai?

 M: La sede dell’IFF è a Londra e il Regno Unito che negli anni passati ha assistito ad alcune delle più forti proteste anti-pelliccia.

C’è un movimento per i diritti degli animali molto forte, ma sono lieto di poter affermare che i numeri delle vendite al dettaglio sono molto buoni, in particolare i turisti che si rivolgono ad Harrods e altri rivenditori stanno acquistando pellicce in grandi quantità

S: A New York vogliono bannare le pellicce. E’ vero? Quale strategia adotterai per far si che non accada?

M: si è parlato di New York che vuole bandire le pellicce, ma di fatto non vi è alcuna legge o proposta in discussione

i commercianti di pellicce stanno lavorando a stretto contatto con le imprese di New York e anche al consiglio per parlare dell’impatto positivo che ha la pelliccia sia sull’ambiente che sull’economia. Tuttavia, a Los Angeles c’è un forte dibattito sul bando delle pellicce, stiamo lavorando duramente per impedirlo.

S: Ti sei prefissato un grande obiettivo in poco tempo. 2018, 2019, 2020 sono le date più importanti del FurMark. Pensi di riuscire a raggiungere i risultati che vi siete prefissati entro queste date? Vuoi spiegare ai miei follower quali sono gli step di queste date 2018, 2019 e 2020?

M: nel mese di ottobre di quest’anno lanceremo il programma FurMark – è in conro un programma pilota che si occupa di allevamenti e concerie – l’obiettivo è che FurMark sia completamente operativo nel 2020 – riguarderà la certificazione WELFUR  in Europa – allevamenti del nord America- Swakara – pelli selvatiche e metodi di tintura delle pelli. Anche lo zibellino, ci stiamo lavorando sodo.

S: Sarà possibile comprare pelli non FurMark certificate? Nel caso in cui lo fosse al brand che utilizzerà quelle pelli cosa accadrà? Per il brand sarà legale vendere le pellicce o i capi che contengono pelliccia non certificata?

M: spero che i brand trovino Furmark facile da usare – un label che rassicurerà i clienti  sugli standard del benessere dell’animale.

S: Il teli di patchwork che sono fatti di scarti di pellicce e che sono molto usati dalla moda saranno tracciabili? Il brand che compra i teli di patchwork sarà in grado di risalire alla tracciabilità?

M:Gli scarti di pelliccia sono un buon esempio di utilizzo di tutta la pelliccia e di quanto sia sostenibile ma è molto difficile tracciarli ed essere sicuri che tutti gli scarti provengano da pelli certificate – ci vorrà del tempo per risolvere questo punto.

S: Alcuni dei department stores che dichiarano di essere “fur free” – pensi che il termine usano “fur free” verrà bannato dal mondo della moda e ricompreranno pellicce consapevoli del fatto che sono ecosostenibili?

M: Spero che i negozi / department stores fur-free riflettano e facciano una scelta più sostenibile e vendano solo prodotti naturali come lana, cotone e pelliccia vera.

S: In che modo i broker ne beneficeranno? Cambierà qualcosa anche per loro?

M: sarà importante che i broker capiscano bene il FurMark perché se i clienti vogliono questo, devono essere messi in condizione di fare la scelta giusta e informarli nel modo migliore.

S: Qual’è stato il motivo scatenante che ti ha portato a voler far riconoscere a tutto il mondo che il nostro settore è sempre stato e eco-sostenibile?

M: Sono orgoglioso che la pelliccia sia un tessuto naturale –

quasi l’85% degli articoli di moda finiscono in una discarica dopo solo 5 anni di utilizzo – è orribile – la pelliccia dura da decenni e dovremmo gridare al mondo intero di questo.

S: Stai dettando legge o mettendo per iscritto leggi che sono sempre esistite?

M:Cerchiamo sempre di utilizzare le leggi vigenti sulla pelliccia in ogni paese poiché queste devono essere rispettate, ma spesso vogliamo essere più forti della legge e avere standard più elevati di quelli richiesti legalmente.

S: Le spedizioni sono sempre una “palla” per i brand. La certificazione semplificherà l’esportazione e l’importazione delle pelli?

M: Spero che FurMark renderà più facile anche questo

S: Puoi fare una previsione di quello che accadrà nel mondo della pellicceria fra pochi anni? In questo momento è possibile comprare un visone per 25 euro. Il costo di produzione di un visone per un farmer è di 30 euro. Le aste stanno vendendo le pelli di visone sotto il prezzo di produzione. I prezzi si rialzeranno? Ci saranno meno pelli sul mercato? Le pellicce torneranno a essere classificate come item di lusso? Raccontaci la tua visione

M: Penso che il prossimo anno il mercato sarà ancora un po’ “lento” sui prezzi, ma queste cose sono difficili da prevedere e dipenderanno molto da come sarà la stagione invernale in Asia.

 S: Pensi che i brand di moda abbiano perso fiducia nel settore della pellicceria? Se si per quale motivo?

M: Sono molto deluso quando un marchio smette di lavorare con la pelliccia. Ad esempio Burberry ha appena annunciato che non utilizzerà più la pelliccia vera. Sono certo che le associazioni per i diritti degli animali li sottopongono a molte pressioni, ma dovrebbero anche pensare al ruolo che la vera pelliccia ha nella moda: è sostenibile.

S: Cosa pensi di tutte le terminologie errate usate anche dai grandi brand della moda? Eco fur, fur bio, o brand come Stella McCartney che definendosi  ECO FRIENDLY sostengono di aiutare l’ambiente quando in realtà producono solo plastic fur o indumenti altamente inquinanti e non biodegradabili?

M: Non vedo come si possa chiamare eco-ok la pelliccia finta o sintetica che in alcuni casi può essere di plastica riciclata – ma è comunque di plastica  e non si bio degrada- ma la pelliccia naturale lo fa.

S: La Cina e Korea sono i più grandi acquirenti ma le regole nei loro paesi sembrano dubbie. Come pensi di comportarti nei confronti di questa situazione?

M: Sono contento di vedere che in Cina ci siano nuovi standard di allevamento in fase di sviluppo e ci siano moli allevamenti validi ma è necessario più lavoro per raggiungere le caratteristiche richieste dalle regole molto strette del FurMark.

 

Contenta di aver intervistato dopo sei anni di silenzio Mark Oaten
Spero che il suo progetto abbia successo.
Samantha

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